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Anziani e Flebite alla gamba, cosa fare?

In età anziana si manifesta una maggiore fragilità, aumentando il rischio di patologie più o meno gravi.
La flebite è una condizione che si può facilmente manifestare in vecchiaia.

Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta, come si può prevenire e come si può curare.

 

Cos’è la flebite e come riconoscerla

La flebite è un’infiammazione venosa, spesso causata dalla presenza di un trombo che interrompe il flusso sanguigno.

La flebite colpisce prevalentemente gli arti inferiori e si manifesta più facilmente in persone predisposte, negli anziani, in chi svolge una vita sedentaria o trascorre molto tempo fermo in piedi nella stessa posizione.
Tuttavia, la flebite può anche verificarsi in seguito a traumi, interventi chirurgici oppure infezioni.

La flebite superficiale interessa le vene vicine alla superficie epidermica. Per evitare complicanze è necessario intervenire e trattare prima possibile il problema.

La flebite profonda, invece, è un’infiammazione che colpisce le vene in profondità. Di solito è causata da trombi e per questo viene chiamata anche tromboflebite. Le conseguenze di questa patologia possono essere piuttosto gravi perché il coagulo sciogliendosi può viaggiare nel sangue fino ai polmoni, provocando un’embolia.

La flebite può essere asintomatica ma, in genere, si riconosce facilmente da alcuni sintomi come la sensazione di calore nell’area interessata, accompagnata da gonfiore e dolore. Laddove è presente una flebite in atto la pelle può apparire più lucida e tesa.
Oltre a questi sintomi, si può avvertire un senso di pesantezza e indolenzimento nell’arto interessato.

 

 

Si può prevenire?

La flebite può essere causata da lesioni o irritazioni a carico delle pareti venose. Oltre ai trombi, la flebite può essere provocata da fattori diversi.

Le terapie endovenose a medio e lungo termine possono scatenare l’infiammazione (flebite meccanica). Utilizzando strumenti contaminati per effettuare flebo o iniezioni può innescarsi una flebite batterica.

Oltre a queste condizioni sono presenti alcune situazioni in grado di aumentare il rischio di flebite.

  • L’obesità;
  • Lo stile di vita sedentario;
  • L’inattività prolungata;
  • L’eccessiva esposizione al sole;
  • Il fumo;
  • La gravidanza;
  • L’età avanzata;
  • La presenza di problemi di coagulazione.

Ridurre i fattori di rischio attuando alcune strategie può certamente aiutare a diminuire le possibilità di sviluppare l’infiammazione.
Questi sono alcuni semplici comportamenti che possono aiutare a prevenire la flebite:

  • Indossare delle calze a compressione graduata;
  • Praticare attività fisica (anche una semplice camminata);
  • Seguire terapie anticoagulanti;
  • Smettere di fumare;
  • Alzare di tanto in tanto le gambe.

 

Come curarla e a chi rivolgersi?

Nella gran parte dei casi la flebite può essere diagnosticata dal proprio medico dopo aver osservato i sintomi. Nel caso di una sospetta tromboflebite potrebbero essere necessari esami più approfonditi come un ecodoppler o una TAC.

Seguendo le terapie prescritte a base di antinfiammatori, la flebite superficiale guarisce in qualche settimana senza particolari conseguenze. Tenere le gambe sollevate per favorire la circolazione e applicare impacchi caldi sull’area interessata aiuterà invece a ridurre il dolore. Nel caso si trattasse di una flebite associata ad un’infezione potrebbe essere prescritta anche una terapia antibiotica.

La flebite profonda, invece, ha tempi di guarigione più lunghi e richiede la rimozione del trombo, con il medico che prescriverà degli anticoagulanti per aumentare la fluidità del sangue ed evitare la formazione di coaguli.
Qualora questo non bastasse, occorrerà procedere con la trombectomia, un intervento chirurgico con il quale viene rimosso il coagulo.

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